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 Laurence Courto. Zoo primordiale
 Mostra personale

  Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
  1-22 ottobre 2003
Come tracce indelebili di un passato millenario che affiora, con la forza e la magia che gli sono proprie, dall’antro di una caverna paleolitica, così le silhouette di bisonti e mammut emergono dalle tele di Laurence Courto. Lascaux, Altamira, Montignac, Polignac: il confronto con le immagini di animali selvatici graffite e dipinte sulle pareti delle grotte disseminate nella zona franco-cantabrica è immediato. Fissati con gesti rapidi e precisi, esattamente come sarebbe dovuta essere la battuta di caccia, sicura e tempestiva. Le figure della Courto hanno lo stesso fascino: indefinite, eppure estremamente potenti, delineate attraverso l’uso di pigmenti naturali da lei stessa mescolati e preparati. Sarebbe però un imperdonabile errore guardare alla pittura di Laurence come ad un rifacimento o ad un’imitazione dell’arte rupestre. Pertanto se è vero che la sua ricerca prende le mosse proprio da qui, è altrettanto fondamentale sottolineare come sia il segno arcaico il vero motivo d’interesse. Ridotto all’essenza, scarnificato, nient’altro che un guizzo, appena accennato eppure così intenso di significato, intriso di valenze simboliche in quanto testimonianza più arcaica di quella memoria collettiva che costituisce la ricchezza più profonda ed inalienabile dell’uomo contemporaneo. Anche le opere che hanno per soggetto i pesci fungono da raccordo tra il passato ed il presente, sebbene con una consapevolezza diversa. Intrappolati come fossili, niente di più che esili impronte sulla tela, essi non rimandano più all’azione umana, ma a quella del tempo e della natura, a quell’inarrestabile ciclo di vita, morte e, ancora, vita.
Un fascino tutto particolare, poi, è quello delle carte, che la Courto piega, strappa, incolla e sovrappone. Scrittura, segno e colore che si sommano, si alternano e si accavallano, dando vita a piccoli e preziosi capolavori in cui sovente troneggia la figura del toro, animale prediletto da Laurence, come più volte lei stessa ha precisato, per la determinazione e la forza che rappresenta.
Torino, 7 settembre 2003

Adelinda Allegretti
Rassegna stampa
Mostre dello stesso artista:
Opere
Andiamo, cm 54x46 Happy end, cm 73x100
Inaugurazione



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Adelinda Allegretti: storico dell'Arte, giornalista, curator di eventi espositivi - CREDITS