CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI CORATO, GEMELLATO CON GRENOBLE
Sono trascorsi diversi anni dall’ultima mia presentazione dei lavori di Laurence Courto in occasione di una sua mostra personale, e con grande sorpresa ho scoperto un’artista rinnovata, letteralmente rinata a nuova vita. La raffinatezza del segno, la ricercatezza cromatica e la scelta attenta del supporto, motivi che già oltre cinque anni fa mi avevano colpito del suo lavoro, sono di fatto rimasti invariati; a cambiare è stato il soggetto. Direi che si è trattato di un vero e proprio salto temporale. Per anni affascinata dal preistorico e dall’ancestrale, laddove i suoi segni evocavano tracce di animali fossili se non addirittura quelli incisi nelle grotte di Lascaux, nelle opere più recenti l’interesse sembra scivolare dall’animale all’uomo moderno, con un evidente scarto da un’idea di tempo circoscritto al passato e quindi finito, ad un’Idea assoluta di Tempo. Ne deriva una visione di tempo vissuto in prima persona, e non più solo immaginato ed evocato. Il soggetto preponderante diviene l’uomo, un uomo moderno, ben inteso, immerso nel “qui ed ora”. Destini incrociati (2007) ed il coevo Destins désirés, come Dialoghi (2008) ed i recenti Colpo di cuore e Toi et moi testimoniano di un rapporto tra esseri umani, fatto di parole, sensazioni e condivisioni spazio-temporali. Quella della Courto è una pittura fatta di segni, tracce di memoria, lontane da ogni interesse descrittivo, ma che continuano a fare di quella volontà di evocazione che tanto aveva caratterizzato la sua ricerca degli anni passati, lo scopo precipuo di ogni opera. Nascere (2007) ne è un palese esempio: pochi segni a riproporre, in una sequenza che potrebbe andare avanti all’infinito, il medesimo soggetto, ovvero la maternità. È un’azione sempre uguale a se stessa, che si ripete dall’inizio dei tempi, eppure sempre diversa, tanto che ogni individuo vive una propria esperienza di nascita, unica ed irripetibile. Sebbene tra i segni, poi, prevalga la parola, questa non compare mai come una scrittura chiara e leggibile, che limiterebbe la lettura dell’opera ad un preciso punto temporale, quanto piuttosto come elemento di un mare indefinito, una sorta di magma di kandinskiana memoria, in cui ad essa si mescolano altri elementi, talvolta paragonabili a note musicali o a simboli matematici. Come ebbi modo di dire a proposito di Uomo leggero (2008)*, tale commistione “si fa sinonimo di memoria e di conoscenza che si tramanda da tempi remoti”, pertanto diviene simbolo della “modernità che poggia i suoi valori sul passato”. Ancora un elemento va sottolineato a proposito del nuovo corso della ricerca della Courto, ovvero una rinnovata cromia. Lo spostamento di interesse da qualcosa che apparteneva al passato all’oggi ha determinato anche una sorta di rinascita cromatica. Le opere più recenti sono un tripudio di colore, in cui trovano spazio nuances di rosa, di arancio, di blu, spesso nell’ambito della stessa opera, come in Luce materna, Il sole levante, Primavera e Loto, in cui simbolicamente si fa strada il concetto che, sebbene l’uomo non debba dimenticare le sue radici, perché quel passato preistorico rimane momento integrante della sua esistenza, il vivere appieno il presente, dovrebbe comunque rimanere la sua aspirazione precipua. Adelinda Allegretti
Como, 13 luglio 2009
* “Homo Velocipede”, catalogo della mostra, Museo delle Auto della Polizia di Stato, Roma 2009
Laurence Courto nasce nel 1953 a Dijon. Formatasi presso l’Académie Charpentier di Montparnasse e l’École Supérieure des Beaux Arts di Parigi, vive e lavora tra Parigi e Chambéry. Ha all’attivo numerose mostre personali in Francia, Italia e Germania. Le sue opere sono state esposte in diversi musei, tra cui: Musée Jean Jacques Rousseau, Montmorency (2000); Musée Départemental de la Préhistoire de Solutré (2001), Museo della Casa Natale Cesare Pavese, Santo Stefano Belbo (CN) (2002), Museo Sant’Anastasio, Asti (2003), Musée Faure, Aix les Bains (2008), Museo delle Auto della Polizia di Stato, Roma (2009).
Recenti mostre personali: 2000 Galerie Shakan, Lausanne; Fondation Hewlett-Packard, Grenoble; Krisal Galerie, Carouge-Genève; Galerie Chappaz, Aix les Bains; Galerie de Buci, Paris. 2001 Castello di Mango, Cuneo; Malraux - Scène Nationale, Chambéry; Galleria Anna Virando, Torino. 2002 Galerie de Buci, Paris; Fondation Hewlett-Packard, Grenoble; Parc du Pilat, Chanavay. 2003 Galerie Shakan, Lausanne; Galerie Bagatelle, Aix les Bains; Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano; Galerie de Buci, Paris. 2004 Palais de Justice, Lyon; Château des Ducs, Chambéry; Galerie W am Wall, Breme. 2005 Galerie de Buci, Paris; Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano; Galleria Tacabanda, Asti; Galleria Anna Virando, Torino. 2006 Galerie W am Wall, Breme. 2007 Galerie de Grancy, Lausanne; Galerie d'Art Contemporain, Mourenx; Galleria Emmediarte, Santo Stefano Belbo (CN). 2008 Agence Phanie, Paris; Galleria Anna Virando, Torino; Centro Congressi Lingotto, Torino; Galerie de Grancy, Lausanne. 2009 Galerie Talbot, Paris; Galerie EnBeauregard, Montreux.
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