Interamente dedicata al paesaggio, dai dolci declivi delle Langhe piemontesi alle asperità rocciose della Namibia, dalle distese ricoperte di neve dello Sciliar altoatesino alla campagna della Provenza, dagli avvolgenti tramonti sulle Isole Galápagos ai lontani deserti libici, questa prima mostra personale umbra di Giovanna d’Avenia non poteva non rendere omaggio all’altrettanta suggestiva realtà locale. La sua tecnica ad acquerello, raffinata ed al contempo inconfondibile nella ricchezza di velature e tonalità e, soprattutto –non ci stancheremo mai di dirlo-, originale grazie all’utilizzo di sabbie e terre, riesce puntualmente ad affascinare lo spettatore. Mai leziosi, né nell’esecuzione né nella scelta dei soggetti, gli acquerelli della d’Avenia più che essere attentamente descrittivi mirano a ricreare una particolare atmosfera, a fissare sul foglio una sensazione provata in prima persona. Ecco perché in Cascata delle Marmore (2002) sono la brillantezza cromatica e la varietà delle sfumature a prendere il sopravvento sulle rappresentazioni delle rocce, della vegetazione e della forza dell’acqua. I suoi acquerelli non vogliono “fotografare” una realtà, ma evocarla. Lo stesso accade nel coevo Prima del temporale, in cui il cielo minaccioso, incombente sui due alberi, diviene il vero protagonista dell’opera, mentre in Paesaggio rurale (2002) l’alternanza di gialli e verdi, soltanto in alcuni punti accompagnati da un disegno più netto, rimandano ad interminabili distese di girasoli. Quanti visiteranno questa mostra rimarranno colpiti dalla varietà dei soggetti appositamente eseguiti e selezionati: a località e scorci noti ai più, e pertanto immediatamente riconoscibili, se ne alternano altri meno famosi. È il caso de La Rocca fra le Nebbie – Assisi, quasi sospesa tra cielo e terra, alla quale si contrappone l’isolato casolare circondato da filari di un anonimo Scorcio umbro. Al pubblico il divertimento di scoprire angoli nascosti della propria terra. Torino, 28 giugno 2002
Adelinda Allegretti
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