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Vera Gabriella Occhetti. Discorsi
Mostra personale
Galleria L'Angelo Azzurro, Roma
6-29 ottobre 2001
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"Ogni opera d'arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei nostri sentimenti". Così si apre "Lo spirituale nell'arte" di Wassily Kandinsky, quella straordianria raccolta di pensieri, esperienze ed osservazioni che porteranno il padre dell'Astrattismo alla formulazione della "teoria dell'armonia della pittura". E' passato quasi un secolo da allora, la gestualità ha trasformato la tela in una superficie grondante colore, che acquistando una sempre maggiore autonomia nei confronti della forma, diviene ora l'elemento precipuo dell'opera. Ma la ricerca di Vera Gabriella Occhetti non si limita, nella diretta discendenza dall'arte di Kandinsky, al ruolo principale del colore. C'è un legame ancora più sottile, di intenti più che formale, una sorta di affinità interiore, tra i due pittori: l'arte intesa come nutrimento spirituale. Se è vero, come afferma Kandinsky, che "in ogni quadro è misteriosamente racchiusa un'intera vita, una vita piena di dolore e di dubbi, di ore d'entusiasmo e di luce", allora quelli della Occhetti sono dei lavori che scaturiscono da un momento di grande dolore e da una incessante e profonda ricerca interiore incentrata sul senso della vita e della morte. Le quattro versioni di Ricerca interiore, Pensieri notturni e Pensieri vitali, Cammino della vita ed Oltre la vita, Piccole risposte e lo stesso Discorsi che dà il titolo alla mostra, altro non sono che domande e risposte che si alternano sulla tela, con tutta l'incertezza, la paura, la speranza e la gioia che di volta in volta prendono il sopravvento nell'animo umano, che lotta con i suoi limiti e le sue contraddizioni per cercare nella fede una giustificazione alla sofferenza. E', ancora una volta, quanto l'artista russo definiva "l'efficace contatto con l'anima".
Adelinda Allegretti
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