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Anthony Gerald Binns. Alla Corte di Ambrosius
Mostra personale
Il Cantinone (le Segrete di Palazzo Colonna) e Villa Sforza Cesarini, Sala delle Colonne, Lanuvio (RM)
14 gennaio - 14 febbraio 2023
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Oltre vent’anni fa, visitando le postazioni di decine di artisti a via Margutta, mi sono imbattuta nelle opere di Anthony Gerald Binns. Una folgorazione. Abbiamo scambiato poche parole, oltre ai rispettivi contatti, ma poi più nulla. A distanza di molti anni le eredi di Anthony Gerald mi hanno ricontattato; ricordo ancora oggi l’effetto che i suoi lavori avevano impresso nei miei occhi. Ero rimasta affascinata dal suo mondo fantastico, popolato da strani personaggi a metà strada tra Dickens e Tolkien. E il compito di curare una sua retrospettiva, la prima dopo la scomparsa avvenuta nel 2019, mi riempie di onore, ma anche di responsabilità. Frequentando la sua famiglia ed entrando in punta di piedi nei ricordi e negli aneddoti circa il modo di pensare di Anthony Gerald, il suo interesse per la storia, l’araldica, i costumi, la mitologia, ora mi è più chiaro il perché due decenni fa ci siamo incontrati senza aver dato seguito ad una collaborazione. Perché non tutti scalciano e strepitano per dimostrare al mondo quanto valgono. Gli basta esserne consapevoli. E Anthony Gerald lo era. Sapeva perfettamente quanto studio c’è dietro agli abiti apparentemente strampalati di nobildonne e uomini di corte, alle armature di improbabili cavalieri dai nasi e orecchie appuntiti, alle toghe e alle parrucche, alle bandiere e ai vessilli, alle alabarde e persino alle gorgiere e ai copricapo dei suoi personaggi, ma anche alla teatralità dei loro gesti e alla irriverente fisiognomica, forse l’aspetto che più amo delle sue opere. Anthony Gerald non indorava mai la pillola: poveri o ricchi, avvocati o cavalieri, uomini di chiesa o la Regina Elizagnometta Prima di Ignomilterra. Tutti venivano passati al setaccio della sua lente di ingrandimento. E lo spettatore si perderà nei meandri di ogni pennellata, all’incessante scoperta di dettagli che si susseguono senza soluzione di continuità, svelando una fantasia talmente vivida che lo risucchierà al cospetto di un’umanità tanto variegata. Lo stesso Ambrosius, qui omaggiato come una sorta di capostipite di questo regno sui generis, è a dir poco camaleontico: ora compare nelle vesti di Riccardo Cuor di Leone, ora come Haroun-al-Raschid, il califfo delle Mille e una notte che una giovane donna “contemporanea” sta per sedurre, ora come un gentleman settecentesco, ora addirittura in un ritratto di famiglia accanto alla sua dolce metà (Ambrosia) e pargolo al seguito (Ambrosinius) datato al 1580 ca. Insomma, un Ambrosius capace di attraversare secoli e nazioni e che proprio per questa pluralità può contribuire, più di altri personaggi, a gettare luce su un artista poliedrico, dalla curiosità irrefrenabile, ma dall’animo sicuramente gentile. Adelinda Allegretti
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Allegati |
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