Un interessante modo, del tutto personale, di rappresentare il paesaggio urbano, come se fosse visto attraverso le lenti magnificanti della storia dell'arte del XX secolo. Le strutture semplici e facilmente leggibili, i colori sicuramente più aderenti all'interiorità dell'artista, che alla stessa realtà oggettiva. A volte Paolo Ielli opera la scomposizione dell'immagine, per poterla riproporre da diversi punti di vista, con diverse composizioni volumetriche, in modo tale che l'immagine, in definitiva, nel suo complesso, diventa una cosa diversa, un quadro diverso. Socchiudendo gli occhi, per non essere distratti dalla descrizione dei particolari, prendono corpo volumi informi ma ben bilanciati e ottimamente distribuiti nella struttura del dipinto. Un importante equilibrio compositivo in una atmosfera quasi asettica e surreale. Queste sono, in sintesi, le prerogative principali di questo giovane artista. Poi si può discutere sulle derivazioni formative del suo modo di fare arte, dal superamento degli stilemi impressionisti, alla distribuzione volumetrico-cromatica della pittura informale di paesaggio, dall'idea della scomposizione oggettuale sironiana, fino alle descrizioni puntuali operate dalla publicità, dalla pop-art, e da una certa pittura americana di sicuro impatto visivo. Paolo Ielli ha saputo guardare, assimilare e riproporre il tutto, attraverso il filtro di uno stile personalissimo e intrigante. Emanuele Filini
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