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Enrico Ferraris
Mostra personale
Café Perotti, Torino
9 giugno - 6 settembre 2001
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Le opere di Enrico Ferraris rispondono ad un disegno ben preciso, ovvero quello di racchiudere i vari esperimenti sinora condotti in un unico, fluido storyboard, come testimonia anche la scelta del titolo: Riassunto delle puntate precedenti... oh no! It is happenin' again. Sebbene la collocazione frammentaria dell'opera non ne favorisca una lettura unitaria, ad un'attenta analisi ci accorgiamo che la storia narrata è in realtà una sola, e che il bordo destro di ogni singola tela rimanda a quello sinistro della successiva. In tal modo si ottiene un vero e proprio racconto, costituito da più episodi, quasi si trattasse di una pellicola cinematografica. Se da un lato l'opera qui presentata diviene l'espressione più elevata della ricerca in atto, dall'altro il giovane artista novarese vi include la maggior parte di quelle componenti che hanno caratterizzato, sin dall'inizio, la sua produzione pittorica. Motivo, questo, che comporta la ripresa degli studi condotti sulla percezione visiva inaugurata dall'artista belga Escher, e che nei lavori di Ferraris si traduce nel groviglio di corpi umani, andando metaforicamente ad aprire e chiudere l'intero percorso. I singoli episodi, volti e situazioni che si alternano all'interno della storia narrata, non sono altro che il frutto di testimonianze tanto concrete quanto nascoste, o meglio camuffate, dalla vicinanza di altri soggetti. Valga come esempio il frammento con l'uomo caduto dalla bicicletta, fiamme alle spalle. Il soggetto non è altro che il particolare di una famosa foto di repertorio dei fatti di Tien-an-Men, eppure in questo contesto esso può assumere tanti significati a seconda del bagaglio culturale di ciascuno di noi. Ciò comporterà tante chiavi di lettura quanti saranno i fruitori dell'opera.
Adelinda Allegretti
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