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Raf Ianzano. Sentimento diffuso
Mostra personale
Chiesa di San Gregorio, Cherasco (TO)
2-24 giugno 2001
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Segno e gestualità. Se dovessimo racchiudere in due parole il senso della ricerca artistica di Raffele Ianzano - in arte Raf - non riusciremmo a trovarne di altrettanto espressive. Il suo segno nervoso, la linea spezzata ed al contempo netta deve molto agli insegnamenti di De Alexandris e allo studio condotto sui lavori di grandi artisti del Novecento, in primis Schiele e Kokoschka, per poi approdare ad una rielaborazione del tutto personale ed autonoma rispetto al modello. A Collegno (1991) ne è una delle prove più riuscite: i contorni netti che vanno a scavare nell'animo umano ci riconsegnano il ritratto della solitudine e dell'alienazione, mentre il colore, ancora grumoso in alcuni punti della capigliatura, via via quasi scompare nella rappresentazione sommaria della giacca. Nei paesaggi la pennellata si fa densa e pastosa, come in Gabbiani (2000), ora guizzante e vibrante, come in Autunno (1999). Nel primo, il volo degli uccelli sull'incresparsi del mare è evocato da un rincorrersi di brevi pennellate, cariche di colore, in un doppio ritmo ascensionale che coinvolge l'intera superficie pittorica e che si muove da sinistra a destra, quasi un andare dello stormo controcorrente, contro le onde che invece muoiono sulla riva e in un ultimo impeto di forza creano una spinta da destra verso sinistra. Nel secondo, pochi alberi lungo la riva di un fiume bastano a rendere il senso di una natura pulsante, in continuo divenire. Spariti i tronchi, i rami, le foglie, ciascun elemento sembra fondersi con gli altri, in un'inarrestabile trasformazione ed i gialli, i rossi, i verdi e i blu si sovrappongono e si intrecciano in un gioco senza fine. E' il colore, nella sua accezione espressionistica, che si libera di ogni valenza mimetica, divenendo in tal modo non più uno strumento per meglio rappresentare la realtà, ma lo specchio dell'anima dell'artista. Quella di Ianzano è una pittura immediata, frutto del rincorrere subitaneo di un'idea, di un'emozione, di un'immagine che scorre improvvisa davanti agli occhi e che la gestualità fissa sulla tela. Torino, 18 febbraio 2001
Adelinda Allegretti
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