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 Maurizio Luerti. Tumulilande
 Mostra personale

  Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
  18 marzo - 13 aprile 2004
Tumulilande. È da qui, dalla terra, che prende avvio la complessa ricerca artistica di Maurizio Luerti. Plasmata e modificata dall’uomo, proprio come i tumuli di zolle d’erba di tolkieniana memoria, dalla primitiva manipolazione della terra alla sublimazione del pensiero il passaggio è lungo, interminabile. È la lenta evoluzione umana e, come un archeologo che scava nella memoria, Luerti ne ripercorre le tappe fondamentali.
Non stupiamoci allora se il Primo reperto (1992), realizzato non a caso interamente con la creta, reca in sé segni appartenenti ad un immaginario linguaggio arcaico, formalmente desunto da testimonianze precolombiane e poi da queste fantasticamente elaborato. Solo appena accennati i tocchi di colore.
Man mano che la ricerca avanza la creta lascia lo spazio al das, che Nel centro – prima fusione (1993) arriva a formare un unico corpo col rame. Le forme si mantengono pulite, essenziali, ancora arcaiche eppure intrise di connotazioni simboliche, come nella coeva Stele. Un ulteriore salto evolutivo avviene con Le tavole (1994): fa la sua apparizione il cemento, ma quell’alfabeto di arcaica ed arcana memoria è ancora lì, peraltro in una rinnovata valenza evidenziata da chiari rimandi alla Legge divina.
Con il passaggio al nuovo millennio la luce fa la sua comparsa. Contaminazione (2002) ne è il primo esempio ed è qui che compaiono i leds e, conseguentemente, l’effetto luminoso. Ma Luerti non si è fermato a questo. In realtà tale effetto è solo un mezzo per far sì che l’opera interagisca col mondo circostante. È il software dedicato l’unico, vero protagonista dei nuovi lavori, quello che lo stesso Luerti definisce ratio operandi e che acquisisce informazioni, le memorizza e le rielabora sotto forma di nuove soluzioni luminose. È l’arte che si fonde con l’elettronica.
Un’evoluzione inarrestabile e destinata ad un nuovo capitolo, in cui le singole opere saranno in grado di acquisire memoria elettronica e di comunicare tra loro. La ricerca continua.

Adelinda Allegretti
Mostre dello stesso artista:
Opere
Contaminazione (2002), cemento-plexiglass su vetro, effetti luminosi, cm 50x50 Enigma (2000), ceramica-rame su vetro, cm 22x110 Foglia (1993), das su legno, cm 50x50
Infiltrazioni (2003), das-plexiglass-creta su legno, effetti luminosi, cm 22x100 L'antico sigillo (1994), cemento su legno, cm 50x50 La fusione (2003), das-plexiglass-legno, effetti luminosi, sensore di rumore, cm 53x40
Le tavole (1994), cemento-rame su vetro, cm 50x50 Memoria di terre lontane (2002), cemento-plexiglass su vetro, effetti luminosi, cm 40x80 Mutazione del sigillo (2001), das-plexiglass su legno, cm 50x50
Nel centro (1993), das, diametro cm 32 Nel centro - prima fusione (1993), das-rame, diametro cm 32 Primo reperto (1992), creta su legno, cm 50x50
Stele (1993), das, cm 28x97 Tracce (1992), creta-rame su legno, cm 17x120 Tumulo (2003), das su legno, cm 60x57
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Adelinda Allegretti: storico dell'Arte, giornalista, curator di eventi espositivi - CREDITS