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Daniela Baldo. Emozioni
Mostra personale
Galleria Comunale d'Arte Moderna, Cerreto Laziale (RM)
8-15 febbraio 2004
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Capita sovente nel percorso di un artista, per amore di ricerca ma soprattutto per spontaneo superamento di tecniche o tematiche ormai acquisite e, per certi versi, sviluppate e sviscerate in ogni possibile direzione, uno stravolgimento, sebbene lento ed apparentemente casuale, di quella che comunemente viene definita cifra stilistica. Un fattore positivo, a nostro avviso, che presuppone una maturità artistica in continuo divenire, pronta ad abbandonare una strada già battuta per muoversi verso lidi ignoti. È quanto continua ad accadere alla pittura di Daniela Baldo, che nell’arco degli ultimi anni ha saputo portare avanti una ricerca che dal figurativismo l’ha condotta dapprima all’informale e poi, con la più recente produzione, a subire il fascino dell’esotico, nel senso più letterale del termine. Gli ultimi lavori, pertanto, prendendo le mosse da certa produzione artigianale dell’America Latina vista in occasione di un recente viaggio, come già accaduto in passato a pittori e scultori europei ormai annoverati nella storia dell’arte di tutti i tempi, riflettono un crescendo interesse nei confronti degli animali, da un lato, e dall’esemplificazione geometrica del segno dall’altro. In Alle cinque della sera, toro e torero, ben delineato il primo, poco più che una macchia di colore il secondo, ben si inseriscono, in una intelligente soluzione di continuità, in un contesto ancora di natura informale. Lo stesso accade in Verso l’uscita ed in Contaminazioni, in cui sono addirittura astrazioni geometriche ed informali a fronteggiarsi sulla stessa superficie pittorica. Certo siamo molto lontani dai primi lavori, peraltro mai scontati e già carichi di pathos, improntati principalmente sul paesaggio e la natura morta. Un primo sentore di cambiamento verso una soluzione informale si era poi avuta nel ciclo di opere legate all’Acquaticità, in cui il movimento dell’acqua e della vegetazione era già solo un pretesto per poter andare oltre la rappresentazione del reale. Uno scivolamento costante e sempre più perentorio verso l’astratto ha invece caratterizzato tutta la produzione successiva, con cui la Baldo ha davvero toccato punte estreme di lirismo, destinata, lo abbiamo visto, a rinnovarsi e ad impreziosirsi in un sicuro crescendo. Torino, 3 novembre 2003
Adelinda Allegretti
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