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Skaiamandi
Mostra personale
Cantina Comunale di La Morra (CN)
13-26 settembre 2003
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Vivendo completamente immersi nella natura, ai piedi del Monte Rosa, in uno scenario mozzafiato scandito da alberi secolari, possenti ed al contempo pullulanti di vita, in cui il verso degli uccelli, l’abbaiare dei cani ed il frusciare delle foglie sembrano costituire i soli “rumori” di sottofondo, viene da pensare che è del tutto naturale il fatto che gli Skaiamandi facciano della foresta e del sottobosco il punto d’avvio per una ricerca ancora tutta in via di sviluppo. E non poteva risultare più indovinato il termine che Lorenzo Bonini ha coniato in occasione della loro prima mostra milanese della mostra, tenutasi presso la Galleria Schubert, ovvero “Arte della foresta-azione”. Non a caso quello di Anna Pastore e Selletti Franco -in arte Skaiamandi- vuole essere un vero e proprio omaggio alla Natura, ai suoi colori, alle emozioni che riesce a regalare a chiunque abbia un animo sufficientemente sensibile. Ed è straordinario il modo in cui il duo della Valsesia riesce a trasmettere e riversare tutto ciò in un materiale di per sé “freddo” e “rigido” come il plexiglas. Dapprima scaldato ed in un secondo momento ripiegato su se stesso, tagliato e deformato, il plexiglas viene poi dipinto con i colori e le tonalità proprie del sottobosco. Alle pennellate di verdi, di marroni e di rossi -a richiamare i colori dell’autunno-, ma anche di gialli e di ori -ad emulare i raggi del sole che fanno capolino tra i rami degli alberi-, si va ad aggiungere il fascino discreto di un’illuminazione soffusa che perlopiù promana dall’interno dell’opera, facendone altresì un ricercato oggetto di design. Ciò che ne deriva è una serie di sculture che non imitano la Natura, ma la sublimano.
Poste una affianco all’altra in maniera apparentemente disordinata e persino disagevole, proprio come si trattasse di alberi centenari di una foresta ancora non intaccata dalla mano dell’uomo, tali opere hanno la straordinaria capacità di evocare nello spettatore più sensibile il ricordo di una passeggiata in montagna, del calpestio delle foglie ad ogni passo, dell’odore un po’ acre e pungente dell’humus e, ai più fortunati, consentiranno persino di scorgere, nascosto tra il muschio, quello stesso skaiamandi -folletto dispettoso che secondo la leggenda locale popola i boschi della Valsesia- che ha ispirato il nome al duo.
Adelinda Allegretti
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