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Ugo Vuillermin
Mostra personale
Cantina Comunale di La Morra (CN)
2-15 agosto 2003
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Ugo Vuillermin nasce nel 1952 ad Aosta e compie la sua formazione artistica presso la bottega del maestro veneziano Giorgio Zambelli. Usiamo il termine bottega non certo a caso, ma perché ci sembra il più adatto a riflettere l’idea di un lavoro sapiente, che pur affondando le sue radici in una tradizione pluricentenaria, viene ancora oggi tramandato gelosamente di generazione in generazione. È così che oggi Vuillermin risulta essere l’unico detentore al mondo – non operando più da ormai molto tempo il suo Maestro Zambelli (è proprio questo il modo in cui l’artista aostano si rivolge da sempre a colui che gli ha infuso quella conoscenza tecnica che contraddistingue i suoi lavori) – di una pratica antichissima, derivante dall’incisione, con precisione dall’acquaforte. A dir la verità per oltre un anno Zambelli ha vissuto a Figueres, ospite di Salvador Dalí, che irrefrenabile sperimentatore qual era, volle a tutti i costi imparare quella tecnica che gli avrebbe consentito di ottenere in scultura risultati strepitosi. E sembra che l’artista spagnolo abbia effettivamente messo in pratica tali conoscenze, ma è bene dire che sull’argomento sono attualmente in corso studi specifici condotti da parte nostra. Ma in cosa consiste esattamente tale tecnica? Partendo da una pratica che può essere assimilata all’acquaforte, Vuillermin riesce a lavorare il marmo che, paradossalmente malleabile e sottile come si trattasse di un foglio di carta, viene corroso per incisione indiretta permettendo complesse ed inaspettate elaborazioni formali. Un processo che prende le mosse dalla pratica alchemica, e come tale gelosamente custodito e tramandato esclusivamente per via orale da secoli. Non dimentichiamoci, peraltro, che la stessa tecnica dell’acquaforte prende la sua denominazione dal latino aqua-fortis, antico nome dell’acido nitrico che nel Medioevo divenne distintivo dell’operato dei Maestri Alchimisti. Allo stesso modo, Vuillermin è in grado di applicare tale tecnica anche al cristallo, materiale per antonomasia opposto al marmo, per quanto ugualmente prezioso. Tanto duraturo il primo quanto fragile il secondo, eppure entrambi accomunati da un tipo di lavorazione che ne enfatizza la preziosità e l’unicità. Prima di concludere, sebbene non sia nostro intento, in questa sede, ripercorrere la storia dell’acquaforte, riteniamo utile ricordarne i principali protagonisti, dall’orafo basilese Urs Graf, autore della prima stampa datata (1513) ad Albrecht Dürer (1471-1528), da Parmigianino (1503-1540) – rinomato alchimista. Sarà un caso? – a Rembrandt van Rijn (1606-1669) a Francisco Goya y Lucientes (1746-1828). Un elenco breve, ma che rende l’idea della straordinaria fortuna della tecnica dell’acquaforte attraverso i secoli.
Adelinda Allegretti
Tra le più importanti lavorazioni ricordiamo la superficie intarsiata per il Museo Louvre di Parigi in occasione della Biennale del 1992; in Egitto per l’emiro Alì Juffhali; le opere in Spagna per Julian Lopez.
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Rassegna stampa |
- Eventi, n. 8, anno 5, p. 58, agosto 2003
- Il Corriere, n. 102, p. 37, settimana 30, lunedì 28 luglio 2003
- Torino Cronaca, n. 149, anno LIV, p. 13, mercoledì 30 luglio 2003
- Torino Cronaca, n. 154, anno LIV, p. 13, mercoledì 6 agosto 2003
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