La bellezza e la sensualità femminili che si sposano all’eterea leggiadria della farfalla, simbolo per antonomasia di libertà. È questa la tematica attorno alla quale ruotano le opere appositamente realizzate da Monica Ciabattini per la sua prima mostra milanese. Bellezza e libertà, quindi, che nei lavori della giovane artista romana si identificano in un tratto fresco, rapido e deciso, in cui il colore prende il sopravvento sulla linea. Solo in alcuni casi, come in Libertà (2002), la figura femminile assume una nitida connotazione nei tratti del braccio e dell’ovale del volto, peraltro lasciato privo di ulteriori dettagli. Oppure nel coevo Donna e Amore, in cui il sinuoso corpo muliebre, dai tratti sicuri e guizzanti, fa da sfondo al volo, scandito nello spazio -quasi si trattasse di un rituale-, delle farfalle. Da questo punto in avanti il corpo della donna si frantuma, assorbito dallo sbattere d’ali, e rimane soltanto più la bellezza della farfalla, anch’essa trasformata e, se possibile, ancora più ingentilita. Il rosso piatto che ne delineava il corpo e le ali lascia ora via via spazio, come già accade in Passione (2002), ad una cromia più tenue, meno pastosa e compatta, tanto che la Farfalla (2002) che subentra, dal volo ormai alleggerito, assume quegli stessi toni dei gialli e dei neri precedentemente propri della figura umana. Come da un bozzolo, la figura femminile, priva del corpo/involucro, ne esce trasformata in pura bellezza. Si è compiuta la metamorfosi: solo ora la donna può volar via. Torino, 19 novembre 2002
Adelinda Allegretti
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