Adelinda Allegretti Curator Studio&Gallery, Gualdo Tadino (PG) 1-30 settembre 2019
Intervista a cura di Radio Tadino:
Intervista a cura di trgmedia:
La lingua è la nostra progenie; creiamo metafore e nuove forme di comunicazione per trasmettere le nostre esperienze e la nostra relazione col mondo. Sono cresciuto nel deserto della California del Sud. Mio padre era un pilota collaudatore e poi ha lavorato come ingegnere per spedire un uomo sulla luna. Sperimentando l'intensità del deserto e la tenacia delle forme di vita che vivono lì--fuso insieme all'immersione in una cultura che sognava il viaggio spaziale e la vastità dell'universo--ha plasmato la mia curiosità filosofica e il mio senso di meraviglia. Quando Galileo guardò attraverso il suo telescopio e con gli acquarelli catturò le prime immagini vivide della superficie della luna, ha cambiato il nostro senso di chi e cosa siamo. Con ogni rivoluzione nella scienza e nella cultura, il linguaggio si trasforma per rappresentare le nostre convinzioni e la nostra comprensione dell'esistenza; creiamo nuove metafore che registrano e mappano la storia della coscienza. Ognuno dei miei dipinti è un viaggio alla scoperta, che esplora colore, luce e spazio. Gli immagini di sfondo sono basati sulla modellazione della materia oscura della NASA. La presenza misteriosa che costituisce la maggior parte dell'universo conosciuto: l’essere e il nulla che oscillano come il battito di cuore dell'esistenza. La poetica dello spazio, l'evocazione di una forma, la storia della vita sulla terra e la vita della mente: possono essere espresse nella curvatura di un'orchidea, le striature del corallo rosso, le strutture complesse dei licheni e le forme elementali d’oro, d’argento o di rame? Non conosciamo la sagoma della nostra coscienza. Siamo entità discrete, contenute nei nostri corpi? Oppure i nostri sensi e la nostra consapevolezza si estendono oltre la pelle, in filamenti di pensiero e sentimento? Le opere d'arte esprimono il nostro bisogno più profondo di condividere una comprensione comune, di esprimere l'empatia, la passione e il desiderio che sono il terreno collettivo da cui siamo nati. I dipinti della mostra Universi multipli riflettono queste idee. Sono metafore che esprimono meraviglia e gratitudine per le ricchezze di questo mondo e di tutti i doni della nostra coscienza: pensiero, memoria, immaginazione, amore e il complesso bisogno umano di appartenere. Le nostre vite e le nostre menti sono modellate dalle vite e dalle menti di tutti coloro che sono venuti prima di noi. Dalle pitture rupestri del paleolitico al presente, la nostra specie ha cercato di intrecciarne le storie che ci avvolgono in convinzioni e conoscenze condivise.