È un volgere l’attenzione verso l’interno, la parte più nascosta del nostro essere, quella che talvolta cerchiamo persino di non vedere, a contraddistinguere la ricerca artistica di Feofeo. Un percorso difficile, scomodo per certi versi, che anziché indirizzarsi verso ciò che ci circonda, di facile lettura perché sottoposto al nostro sguardo sin dalla nascita, scava nei meandri più oscuri e sconosciuti della co(no)scienza, dischiudendo infinite possibilità di interpretazione e di percezione. Intrise di lirismo, le tele selezionate in occasione della mostra personale presso il Museo Civico “Umberto Mastroianni” di Marino, si fanno portavoce di un iter in continuo divenire, caratterizzato da una costante crescita artistica e personale, mai banale ma che al contrario sa raggiungere profondità abissali pur nella leggerezza di un soffio. Le voci dentro (2013), che dà il titolo alla mostra, è un tuffo in un mondo altro, in cui guizzi di luce e di sonorità avvolgono il nostro essere, catapultandoci in una dimensione in cui le forme non esistono più ed in cui le idee, le emozioni, i ricordi, le speranze sembrano galleggiare, compenetrandosi vicendevolmente. La stessa leggerezza appartiene ad Alice nel Paese delle Meraviglie (2012), in cui la mescolanza di materiali, ora lucidi ora brillanti, ed il colore rosa prevalente rendono perfettamente l’idea di stupore che accompagna la piccola protagonista del romanzo di Lewis Carroll. Qui Feofeo, allo stesso modo di Alice, ci prende per mano e ci guida verso un mondo fantastico, dove nulla è come ci aspetteremmo. Lo stesso accade in Samarcanda (2013), una delle più antiche città al mondo in grado di evocare nell’immaginario collettivo infinite ricchezze, seta ed oro in primis, e ne Il thè nel deserto, anch’esso del 2013, in cui la sovrapposizione delle spatolate crea un reticolo che, oltre a strutturare il dipinto, stratifica ed impreziosisce di suggestioni un rituale che evoca visioni romantiche sotto il sole accecante d’Oriente. Ma se parliamo di mondi fantastici anche L’essenza di un fiore (2013) ed il coevo Permanganato di potassio si prestano alla medesima chiave di lettura. Scandagliata al microscopio, pratica usuale a Feofeo che coniuga la doppia attività di artista e farmacista, la Natura offre, infatti, la chiave per comprendere come la perfezione del creato si ripeta all’infinito in tutto ciò che ci circonda, nel micro e nel macrocosmo (“Come sopra così sotto”, scriveva Ermete Trismegisto), uomo compreso. In fondo, non scriveva anche Shakespeare “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”? Quella che Feofeo traspone su tela è la ricerca di una dimensione interiore, intima e vivida, certamente molto più complessa, articolata e stupefacente del mondo tangibile in cui ci muoviamo. Lasciarsi catturare dai suoi lavori, pertanto, implica la volontà di superare tale soglia e magari constatare che Luce ed Ombra sono soltanto due modi distinti di percepire la stessa Realtà. Adelinda Allegretti
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