Cultural contact III. Nel Labirinto (In the Labyrinth)
Mostra collettiva
Chiostro di San Francesco, Alatri (FR)
9-30 giugno 2012
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CON IL PATROCINIO DELL'AMBASCIATA DEL CANADA E DEL COMUNE DI ALATRI
Artisti selezionati: Pietra Barrasso (I), April Bending (CA - Canada), Sergio Boldrin (I), Noemi Bolzi (I), Diego Burigotto (I), Paola Caporilli (I), Jean Paul Cattin (CA - Canada), Dominique Desmeules (CA - Canada), Christian Dorey (CA - Canada), Franco Durelli (I), Kenneth Engblom (S - Svezia), Marzia Fanecco (I), Roberta Fanfarillo (I), Sabrina Faustini (I), Luc Gauthier (CA - Canada), Ernesto Gentilini (I), Alessio Gessati (I), Fabio Giocondo (I), Claudio Giulianelli (I), Philippe Guérin (CA - Canada), Francis Koch (CA - Canada), Asli Kutluay (CA - Canada), Marie-Élaine Lalonde (CA - Canada), Micheline Landry (CA - Canada), Noreen Larinde (USA), Lorella Lion (I), Malu (CA - Canada), Carla Mancini (I), Marco Marcarelli (I), Fiamma Morelli (I), Cinzia Morini (I), Nick Morris (CA - Canada), Maria Nobili (I), Beatrice Palazzetti (I), Mario Pasqualotto (E - Spagna), Andrea Puca (I), Paolo Massimo Ruggeri (I), Pilar Segura (E - Spagna), Elisabetta Serafini (I), Sandra Sfodera (I), Salvatore Sturiano (I), VéroniKaH (CA - Canada), Vince (CA - Canada)
Il Chiostro di San Francesco in Alatri (FR) ospita il terzo appuntamento espositivo del progetto “Cultural contact III. Nel Labirinto (In the Labyrinth)”, a cura di Adelinda Allegretti. Il Chiostro di San Francesco in Alatri è famoso per l’affresco raffigurante un labirinto costituito da undici spire, di circa 140 cm di diametro, al centro del quale è dipinta la figura di un Cristo Pantocratore con il volto barbuto ed un'aureola che gli circonda il capo; egli indossa una tunica scura ed un mantello dorato. Opera unica nel suo genere, scoperta di recente, è tuttora in fase di studio. Se ne è occupata anche la trasmissione televisiva “Voyager” in onda su Rai2. Questo il link per ripercorrere la puntata: http://www.luoghimisteriosi.it/lazio_alatrivoyager.html
Conclusi i lavori di restauro, l'affresco è ora fruibile al pubblico.
La sede Nel Chiostro di San Francecso è stato recentemente riportato alla luce un importante affresco raffigurante un labirinto costituito da undici spire, di circa 140 cm di diametro, al centro del quale è dipinta la figura di Cristo Pantocrator con il volto barbuto ed un'aureola che gli circonda il capo; egli indossa una tunica scura ed un mantello dorato. L'affresco, in cattivo stato di conservazione, è collocato in un'angusta intercapedine, risultato di ristrutturazioni successive alla realizzazione dell'opera: la parete su cui si trova l'affresco infatti, avrebbe fatto parte originariamente di un'ampia sala con volte a tutto sesto, precedente alla costruzione del convento; probabilmente una chiesa, di cui sarebbe stata identificata la facciata ovest. Cristo regge un libro chiuso, forse il Libro della Vita, di cui si distinguono alcuni dettagli (due fibbie ed una placca), posto quasi in corrispondenza del cuore, mentre con la mano destra benedicente indica l'uscita dal labirinto (secondo una prima lettura risulta stringere un’altra mano che esce da un’apertura dello stesso labirinto). Nella mano sinistra, al dito anulare, probabilmente porta un anello. L’affresco unisce quindi la rappresentazione del Cristo storico, non attestata prima del IV secolo, con l’antichissimo simbolo del labirinto; viene considerato un unicum, in quanto non esistono altri casi noti di raffigurazioni di un labirinto con un Cristo al centro. Il percorso del labirinto è identico a quello presente sul pavimento della Cattedrale di Chartres; in Italia un altro labirinto dello stesso tipo si trova su un pilastro del portico della Cattedrale di San Martino a Lucca. Tali esemplari di labirinto ad undici spire, detti di tipo Chartres, sono noti in Europa sin dal X secolo. Non è noto l'autore dell'affresco, ma è stata ipotizzata un'origine legata ad una presenza templare all'interno delle mura fortificate della città. L'ipotesi che l'affresco sia stato dipinto da "appartenenti ad una delle prime comunità giudeo-cristiane della diaspora nella seconda metà del I secolo" non è stata considerata possibile, indicando invece come probabile un'attribuzione all'Ordine dei Cavalieri Templari, senza ulteriori definizioni in termini di cronologia assoluta. Il confronto con il labirinto di Chartres ha portato recentemente ad una specificazione cronologica in cui "i labirinti come quello alatrense, verticale, precederebbero concettualmente e temporalmente quello di Chartres" (XII-XIII sec.). In base ad evidenze architettoniche, storico-artistiche ed epigrafiche viene proposta infine una datazione agli inizi del XIV secolo, in qualità di "copia di un originale gnostico del II secolo". La datazione al radiocarbonio del muro su cui è dipinto l'affresco sarebbe compresa in un anno tra il 1300 ed il 1420. "Il degrado ambientale del sito è causato da umidità, con formazione di muffe, lesioni e rigonfiamenti dell'intonaco; rinzaffi recenti di malta cementizia, passaggio di tubi di scarico fognario aggravano lo stato di rischio delle pitture murali." A tale riguardo, la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio ha annunciato il 24 aprile del 2010 lo stanziamento di 100.000 euro per il restauro dell'affresco. (tratto da Wikipedia)
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