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Luigi Caiffa. Exciter
Mostra personale
Villa Capriglio, Torino
7-27 marzo 2002
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Può la sensualità divenire l’indiscusso perno attorno al quale ruota l’intera ricerca estetica di un artista? Basta guardare la produzione pittorica di Luigi Caiffa per rendersi conto che non solo ciò è possibile, ma che costituisce l’unica chiave di lettura, una sorta di trait-d’union, in grado di accomunare una cospicua e variegata produzione, che spazia dal sacro al profano, da Vergini e Santi a fiori e corpi maschili. Non c’è nulla di blasfemo in tutto ciò; piuttosto va sottolineato, come per un moderno re Mida, la naturale capacità di Luigi Caiffa di trasformare soggetti tanto distanti, se non addirittura antitetici gli uni agli altri, in lavori che seducono lo sguardo e la mente. Nonostante la varietà tematica della sua produzione, è attorno alla figura maschile che ruota la mostra torinese, grazie alla quale per la prima volta l’artista di origini pugliesi, ma che da anni vive e lavora in Germania, affronta il pubblico torinese. Volti e corpi in atteggiamento estatico sono dapprima catturati, quasi con indiscrezione, da un obiettivo fotografico ed in seguito ripetuti in sequenza modulare due, tre, quattro volte, sembrerebbe nel tentativo di voler protrarre quell’attimo all’infinito. Abbiamo parlato di sensualità iconografica, ma che dire dell’originalissima tecnica di esecuzione che ormai contraddistingue l’operato di Luigi Caiffa? Ogni immagine, dopo aver subito un’elaborazione fotografica, viene letteralmente ricoperta di zucchero, sufficientemente mascherato a creare un piacevole quanto inusuale effetto materico. Sono proprio la brillantezza, la trasparenza ed al contempo la ruvidità e la scabrosità dello zucchero a rendere se possibile ancora più sensuali e “proibite” le aitanti figure di Caiffa, ormai trasformati in dolci peccati. Torino, 6 marzo 2002
Adelinda Allegretti
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