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Giorgio Flis. Oltre il visibile
Mostra personale
La Torre della Filanda, Rivoli (TO)
15 marzo - 14 aprile 2002
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Segni tracciati con vigore che si rincorrono sulla tela, sovrapposizioni cromatiche che rendono appena percettibile il disegno sottostante, ormai soltanto un’idea primaria che lascia il posto alla trasfigurazione gestuale. Le opere di Giorgio Flis appaiono come creature scarnificate, che pur private della loro bellezza oggettiva si fanno ora veicolo di una nuova armonia, più profonda, perché non più soggetta ad alcun rapporto con la realtà. E se la mimesis, ovvero l’imitazione della natura, non è più il compito primario dell’arte, allora l’opera può dirsi completa soltanto nel momento in cui esprime valori che vanno ben al di là della pura descrizione. Lavori come Caminetto barocco (1999) ed il coevo Paesaggio rosso, Formula Uno e Tre caravelle, entrambi del 2001, ed ancora le numerose Nature morte, pur mantenendo vivo un retaggio del soggetto iniziale, diventano il punto di partenza per una composizione che non vive più sull’oggetto ritratto ma sulle sensazioni che la contrapposizione cromatica e, in taluni casi, l’applicazione di brandelli di sacchi, di tessuti e di corde, determina nell’inconscio del fruitore. In Mare e scogli (2000) l’insegnamento di Burri diviene solo il pretesto per evocare l’asperità del terreno, forse metafora delle difficoltà della vita. Il nero spesso domina nelle composizioni di Flis, mentre a volte viene relegato a piccoli inserti, scelta che solo una lettura superficiale dell’opera può considerare casuale. È proprio il sapiente dosaggio di spazi vuoti e spazi pieni, l’accostamento ora di colori complementari (in primis il rosso ed il verde) ora di toni freddi e caldi, che rendono i lavori di Flis sempre ben calibrati e mai uguali a se stessi. L’armonia della composizione è data, inoltre, dalla capacità di far affiorare in superficie zone di luce e lasciare al contempo che lo sguardo sprofondi nel buio, che non vuole essere il nulla, quanto piuttosto introspezione, verità scandagliata. È proprio questa la forza della pittura di Flis: il costringerci a dare a ciò che vediamo una chiave di lettura personale, a consegnare a ciascuna composizione un significato tutto nostro, liberi da preconcetti e semplicemente guidati verso il più profondo Io. Torino, 23 gennaio 2002
Adelinda Allegretti
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Rassegna stampa |
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