Giù la maschera! #2
Mostra a tema
AB - Arte Bastia, Milano
4-11 marzo 2009
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Artisti selezionati: 97508790157, Ambra Maria Alessandrini, Anna Maria Angelucci, Paolo Avanzi, Marta Baffa Trasci, Grazia Baffigi, Luisa Bergamini, Claudio Bozzaotra, Lucilla Campioni, Renata Casolini, Bonifacio Castello, Antonia Eleonora Cavaleri, Massimo Cimmino, Claudia Collina, Irene Coscarella, Andrea D'Addario, Marina De Palma, Gregory Di Carlo, Serena Fazio, Alessandra Ferretti, Guido Maria Filippi, Giuseppe Fossati, Maria Gagliardi, Alessandro Gambetti, Itala Gasparini, Claudio Giulianelli, Paola Grizi, Giulia Infante, Itto, Odette Lafrance, Marco Marcarelli, Mauro Martin, Mirror, Silvio Natali, Dino Paiano, Beatrice Palazzetti, Rocco Pellegrini, Cristina Pennacchi, Francesca Pierattini Rossello, Angela Policastro, Maria Pia Rella, Maria Grazia Stoppa, Patrizia Stracchi, Valeria Tomasi, Dino Ventura.
La Galleria AB-Arte Bastia di Milano, dal 4 all’11 marzo 2009, ospita il secondo appuntamento col progetto dal titolo “Giù la maschera!”, per il quale sono già stati selezionati una cinquantina di artisti, sia italiani che stranieri, le cui maschere sono già state esposte dal 7 al 28 febbraio 2009 presso il Museo Civico “Umberto Mastroianni” di Marino (RM). Ora altri artisti sono invitati a dipingere, manipolare, trasformare in un’opera d’arte una maschera in cartapesta, precedentemente fornita e realizzata a sua volta da maestri veneziani. Tutte le opere esposte saranno messe in vendita al prezzo simbolico di € 250. Un terzo del ricavato andrà in beneficenza ad un ente di volta in volta scelto dallo spazio ospitante. L’iniziativa, in realtà un work in progress, è destinata a spostarsi continuamente in Italia ed all’estero, in spazi pubblici e privati. Per ciascuna di tali occasioni verrà effettuato un servizio di comunicazione stampa. All'artista viene chiesto di donare la maschera all’organizzazione. Ogni maschera dovrà essere realizzata in totale autonomia di tecnica e contenuto e dovrà rimanere indossabile. Tutta l’operazione garantisce ai singoli artisti una enorme visibilità attraverso circuiti sia nazionali che internazionali. A maschera-opera d’arte venduta, ogni artista, se vorrà, potrà intervenire con un secondo manufatto, che ovviamente dovrà essere diverso dal primo, ed alle stesse condizioni sopra citate. Sarà l’organizzazione a farsi carico, di volta in volta, del trasporto delle maschere-opere d’arte dalla sua sede, in Roma, verso le sedi espositive. Ciascuna maschera-opera d’arte dovrà essere firmata al suo interno ed accompagnata da foto autenticata dall’autore.
Accompagna la mostra il video "Io corporali e frammenti mentali" di 97508790157: L'attrice all'interno del quadrato rappresenta la società mascherata nella sua perversione mediatica. Non sa cosa vede, ingoia o tocca, così come vive nell'ambiguità di poter essere interpretata da qualunque attore perchè non ha connotati di identificazione personale. Si dà nella frammentazione sociale e autoriale. Frammentazione intesa come frame - azione, nel senso che è l'immagine chiusa e finita, data come risultato finale, a spingere all'azione mentale di chi ne fruisce. Il risultato è la confusione dei livelli di appartenenza, è come non sapere dove si è collocati, se nell'ambito della superficialità o profondità, è come se qualcuno ci avesse strappato di dosso i collegamenti semantici degli elementi che usiamo per relazionarci con il reale. Non so più chi sono, sono un numero perchè ce l'ho scritto addosso. La rappresentazione scenica della clip in particolare, è data nella ripetitività dei movimenti di un quadrato mentale che ne ingloba uno reale e incollato per terra, nel cui centro c'è qualcuno che si muove, guarda, sta fermo, non vede, non parla e non può toccare se non con una patina che lo avvolge e non gli dà una sicura percezione. E' come se dicesse: leggo ma non so scrivere, so scrivere ma non so leggere, mi hanno costretto a farlo e non ho più libera interpretazione. E' come se fosse una maschera e il suo doppio ben amalgamati tra loro, con in più la resa tecnica del ribaltamento dell'immaginario, delle ombre e di ciò che meglio lo rappresenta. Ci sono però attori con i connotati esposti allo scontro visivo, che nel loro stare "fermi" diventano parte dell'arredo scenico della quotidianità, in pratica diventano oggetti di una dimensione personale. Anche loro interrogativi del reale, sono in bilico tra immobilità e movimento, tra soggetto e oggetto. Non sono niente di più che un percorso, ma senza una precisa direzione. C'è una stanza dove succede tutto ed è la scatola cinese di un qualcosa di più ampio, e c'è un reale isolamento dalle cose che circondano l'attrice, è un'azione crudele che le ho fatto...
io non lo volevo fare amica mia, è il colore il tuo make-up, uccidimi pure io muoverò gli oggetti con la testa, io sarò... la tua allucinazione peggiore
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