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Olga Fogliato
Mostra personale
Galleria dell'Accademia, Torino
21 aprile - 11 maggio 2001
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Della pittura di Olga Fogliato in primis colpisce la varietà dei soggetti trattati, dalle nature morte agli animali, dai fiori al paesaggio -spesso di montagna-, dalle scene sacre ai ritratti di fanciulle agli scorci cittadini. Ne deriva una costante oscillazione tra tradizione e modernità, spesso dovuta, quest'ultima, alla scelta di fissare, il più delle volte su tavoola o masonite, insoliti angoli urbani. E' quanto accade in lavori quali Torino, Corso Re Umberto (1983), Edicola a Torino (1991) e soprattutto Piazza Piero della Francesca. Bastano poche automobili parcheggiate ai lati di un strada, un'edicola con alcuni passanti inserita in un parco ale cui spalle incombono alti palazzi grigi, o persino un simbolico aggrovigliarsi di semafori, cartelli stradali e ciminiere che gettano scorie nel cielo a far da sfondo, e rimando, al noto Incontro di Salomone con la regina di Saba affrescato dall'artista di Sansepolcro nella chiesa di San Francesco ad Arezzo, per dar vita a lavori che sono sì implacabile specchio della realtà che ci circonda, ma che ancora riescono a restituirci una visione cittadina intrisa di lirismo. Anche in Rouge et noir (1991), poche coppie sedute ai tavolini all'aperto, un cameriere col vassoio, il rosso acceso delle tovaglie ed il verde brillante delle foglie dell'albero divengono lo spunto per raccontare con grande intensità un momento di vita quotidiana. Non a caso è stato sovente sottolineato dalla critica l'aspetto intimistico che pervade le creazioni dell'artista torinese. E' quanto accade in Pioggia (1991), in cui una strada asfaltata è animata da pochi passanti, ciascuno dei quali è come fisicamente isolato dagli altri, chiuso nel suo pesante cappotto e protetto dall'ingombrante ombrello. In altri lavori i colori si fanno intensi e più caldi, come in Autunno al Valentino (1980), una composizione tutta giocata sulla contrapposizione cromatica tra le due panchine grigie vuote e l'albero che inizia a perdere le rosse foglie, ormai secche. I rascards, le tipiche costruzioni di legno, ed i cosiddetti Santoni della Valle d'Aosta, regione che negli anni Settanta ha conosciuto l'esordio artistico della Fogliato, sono tra i suoi soggetti prediletti e che riaffiorano con una certa costanza lungo l'intero iter artistico. Lo stesso potremmo dire dell'interesse da sempre mostrato nei confronti del mondo animale. Sono quelli da cortile, soprattutto gatti e galline, che ricorrono con maggior frequenza nelle sue opere. Anche nella scelta degli animali da ritrarre c'è, dunque, una particolare attenzione alla quotidianità, sia essa vissuta nella rumorosa città che nella più tranquilla campagna. Ne La coppia (1997) due ruspanti divengono protagonisti assoluti, ed il vibrante colore steso a spatola contribuisce a rendere ancor più immediata e vivace la composizione. Non mancano le nature morte nel cospicuo repertorio iconografico della Fogliato, tra le quali la piccola Rose bianche è una delle tavole più riuscite. Qui la pennellata si fa più controllata e la stesura del colore è resa attraverso campiture più ampie, a voler rendere la delicatezza dei petali. Una lunga carriera, quella di Olga Fogliato, segnata da premi e riconoscimenti, ora riassunta in una vasta selezione di opere che ne attestano la versatilità e l'indiscutibile genuinità.
Adelinda Allegretti
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